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Con una Sentenza di notevole rilevanza pratica, la Cassazione ha statuito i criteri di individuazione della “incertezza normativa oggettiva tributaria” come causa di esenzione del contribuente dalla responsabilità amministrativa tributaria: “…Costituisce causa di esenzione del contribuente dalla responsabilità amministrativa tributaria una condizione di inevitabile incertezza sul contenuto, sull’oggetto e sui destinatari della norma tributaria, ossia l’insicurezza ed equivocità del risultato conseguito attraverso la sua interpretazione…” (cfr. Cass. Civ., Sez. Trib., 12/07/2018, n. 18405).

Il caso trae origine dal ricorso promosso da una S.p.A., con cui veniva impugnato l’avviso riferito all’anno 2001 contenente l’accertamento della maggiore imposta IRPEG per € 7.603.979,00 e della maggior imposta IRAP per € 897.427,00 nonché la irrogazione della sanzione pecuniaria per € 8.501.406,00. La contesa riguardava l’interpretazione dell’art. 60, comma 2, del D.P.R. N. 917/1986 applicabile (ratione temporis) in tema di rimanenze delle opere, delle forniture e dei servizi di durata ultrannuale.

La Commissione Tributaria Provinciale di Roma accoglieva il ricorso della contribuente. La Commissione Tributaria Regionale del Lazio ribaltava invece il verdetto, conferendo ragione all’appello interposto dall’Agenzia delle Entrate e ripristinando la vigenza delle sanzioni.

La Società proponeva pertanto il ricorso per Cassazione, adducendo (tra i vari motivi) la sussistenza di obiettive condizioni di incertezza applicativa della norma che avrebbero legittimato la disapplicazione delle sanzioni. La Suprema Corte accoglieva il ricorso, rilevando la situazione di effettiva incertezza sulla interpretazione dell’art. 60 del TUIR e annullando le relative imposizioni. Nella Sentenza viene inoltre compilato un vero e proprio decalogo (utile in fattispecie analoghe) che identifica i caratteri distintivi del fenomeno. L’essenza della “incertezza normativa oggettiva tributaria” – dice la Ecc.ma Corte –  si manifesta attraverso una serie di indicatori che spetta al Giudice (e non all’Ufficio procedente) accertare e valutare nel loro valore, e che possono essere esemplificati nel seguente elenco:

1) nella difficoltà d’individuazione delle disposizioni normative;

2) nella difficoltà di confezione della formula dichiarativa della norma giuridica;

3) nella difficoltà di determinazione  del significato della formula dichiarativa individuata;

4) nella mancanza di informazioni amministrative o nella loro contraddittorietà;

5) nella mancanza di una prassi amministrativa o nell’adozione di prassi amministrative contrastanti;

6) nella mancanza di precedenti giurisprudenziali;

7) nella formazione di orientamenti contrastanti, magari accompagnati dalla sollecitazione, da parte dei giudici comuni, di un intervento chiarificatore della Corte Costituzionale;

8) nel contrasto tra prassi amministrativa e orientamento giurisprudenziale;

9) nel contrasto tra opinioni dottrinali;

10) nell’adozione di norme di interpretazione autentica o meramente esplicative di norma implicita preesistente.

I descritti indicatori formalizzati dal Supremo Collegio definiscono dunque con maggiore chiarezza la ipotesi esimente di incertezza normativa oggettiva a vantaggio del contribuente.

Avv. Francesco Saverio FRANCHI

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