Il 14 Agosto la Suprema Corte di Cassazione ha posto fine al dibattuto tema riguardo la legittimità dell’utilizzo, da parte di Autostrade per l’Italia, del sistema Safety Tutor. L’apparecchiatura per la rilevazione della velocità media dei veicoli, infatti, è risultata sin dalle prime battute estremamente simile nel funzionamento al brevetto registrato nel 1999 dalla C.R.A.F.T. S.r.l., Società che da più di un decennio rivendica la paternità del sistema.
LA BATTAGLIA LEGALE La controversia fra il colosso e la piccola realtà toscana ha avuto origine nel 2006, quando la C.R.A.F.T. chiese al Tribunale di Roma di dichiarare la nullità della domanda di brevetto, presentata da Autostrade nel 2003, per difetto di novità ed originalità, demandando al contempo l’accertamento della contraffazione relativa al brevetto d’invenzione di sua proprietà; venne altresì presentata istanza di inibitoria in ordine alla prosecuzione dell’utilizzo, nonché di risarcimento del danno.
Il Tribunale di Roma, nel 2009, rigettò tutte le richieste, in ragione della diversità tecnico-strutturale di funzionamento fra i due sistemi, uno basato su spire virtuali e l’altro su spire induttive. La controversia proseguì nei successivi gradi di giudizio, fino all’intervento della Corte d’Appello di Roma (in sede di rinvio) che decretò, con Sentenza n. 2275 del 10 Aprile 2018, la sostanziale identità dei due sistemi, sancendo:
- la contraffazione da parte di Autostrade per l’Italia del brevetto di cui è titolare la C.R.A.F.T. S.r.l.;
- l’obbligo in capo ad Autostrade di astenersi dal fabbricare, commercializzare ed utilizzare il sistema;
- l’obbligo di rimuovere e distruggere tutte le attrezzature esistenti sulla rete autostradale;
- la previsione del pagamento di una somma di euro 500,00 in favore di C.R.A.F.T. per ogni giorno di ritardo
- l’onere in capo alla soccombente di pubblicazione della sentenza su quotidiani e settimanali a sue spese, con condanna al pagamento delle spese processuali.
L’ULTIMO INTERVENTO DELLA CASSAZIONE A seguito del ricorso per Cassazione di Autostrade, la Suprema Corte – con la Sentenza n. 21405 emessa dalla prima Sezione – ha chiuso definitivamente la questione, dichiarando l’infondatezza dei motivi addotti dalla Corte d’Appello di Roma a sostegno della violazione delle norme relative alla proprietà intellettuale e permettendo, di conseguenza, ad Autostrade per l’Italia di mantenere e utilizzare i Tutor nei tratti di sua competenza.
Secondo la Corte di Cassazione, dunque, la ricostruzione effettuata in Appello è priva di fondamento, poiché “Il concetto di equivalenza attiene all’idea di soluzione del problema tecnico e non al problema affrontato. Un medesimo problema può essere risolto in modi diversi attraverso distinti trovati inventivi: ma non per questo potrà stabilirsi tra di essi quella relazione di equivalenza che è rilevante ai fini della contraffazione”.
Gli Ermellini pertanto hanno sancito la legittimità dell’utilizzo del sistema Tutor, in virtù delle diversità tecniche già rilevate in primo grado e della non brevettabilità dei sistemi matematici noti.
Autostrade ha già fatto sapere che il sistema Tutor riprenderà a funzionare regolarmente nel giro di pochi giorni.
Avv. Stefano FRANCHI
con la collaborazione di
Francesca DE VINCENTIIS